L’antica Praeneste: Palestrina


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Cosa vedere nell’antica “Praeneste”… di spunti ce ne sono molti e di certo in una sola giornata è difficile vedere tutto di questa nobile cittadina. Il Tempio, l’area archeologica, i musei, i monumenti, le chiese e la natura, per non parlare della parte enogastronomica sono delle gemme nascoste nel cuore dei Monti Prenestini. Noi del BB Palestrina “La Dea Fortuna” vi aiuteremo a scoprirle raccontandovi la loro storia e raccomandandovi i posti più belli da visitare.

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L’attuale Palestrina sorge sull’antica Praeneste, città latina celeberrima in età antica per il santuario dedicato alla dea Fortuna Primigenia e che gli studi più recenti datano agli ultimi decenni del II secolo a.C.. I primi reperti archeologici, attestanti l’occupazione del sito e relativi a sepolture, risalgono all’inizio dell’VIII secolo a.C., alla vigilia dell’incredibile fioritura che investì la città in età orientalizzante (VIII-VII sec. a.C.). Numerose sono le leggende che narrano la sua fondazione. Il geografo di età imperiale Strabone annota come fondatore Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, 

oppure l’eroe eponimo Prainestos, figlio del re Latino e nipote di Ulisse. Virgilio, invece, lega la città alla figura di Caeculus, creduto figlio del dio Vulcano e ritrovato in fasce presso dei fuochi che gli avrebbero occultato la vista. La città venne conquistata da Roma con i suoi alleati della Lega Latina, dopo aver opposto strenua resistenza durante la quale aveva stabilito un’alleanza con i Galli in funzione antiromana. La sua posizione strategica, dominante la Valle del Sacco, un passaggio obbligato nei collegamenti tra il Lazio e l’Italia meridionale, ne favorì la fioritura, attestata dalla costruzione di un foro e dalla monumentalizzazione del santuario oracolare dedicato alla Fortuna Primigenia, datati entrambi alla fine del II secolo a.C..

bb Palestrina RomaIl santuario si colloca tra i capolavori dell’architettura romana di epoca repubblicana, influenzato, nella scenografica disposizione a terrazze, da realizzazioni ellenistiche, ma realizzato traendo partito dalla tecnica costruttiva del cementizio. Nel 90 a.C. i cittadini di Palestrina ottennero la cittadinanza romana. Nell’82 a.C., durante la guerra civile, la città parteggiò per Mario. Lucio Cornelio Silla, in quell’occasione, ne sterminò tutti i cittadini maschi e vi installò una colonia militare. Le iscrizioni testimoniano l’avvicendamento nelle occorrenze epigrafiche dei gentilizi prenestini. A partire dal Medioevo fu sede suburbicaria, con patrono sant’Agapito. Tra i suoi vescovi si contano ben cinque cardinali divenuti in seguito papi. Possedimento dei Colonna, fu coinvolta da questi nelle lotte contro il papato, subendo disastrose conseguenze. Nel XVI secolo diede i natali al compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina. A partire dalla fine del XIX secolo, a causa di una carestia che colpì le popolazioni di montagna, un gruppo di agricoltori di Capranica Prenestina si trasferì in un territorio appartenente al comune di Palestrina, territorio che prese la denominazione di Carchitti (attuale frazione di Palestrina), dedicandosi alla coltivazione delle fragole. Durante il Risorgimento, nel 1849, il tenente Luigi Cucelli si distinse a Palestrina accompagnando la ritirata di Garibaldi da Roma, avvenuta dopo la caduta della Repubblica Romana. Nel 1944 il centro storico venne distrutto dai bombardamenti, ma proprio la distruzione delle costruzioni che vi si erano insediate dopo l’abbandono, permise di rimettere in luce l’antico santuario repubblicano. Notevole fu, e resta ancora oggi, l’attività archeologica di riscoperta.

 

 

 

 

 

Santuario della Fortuna Primigenia

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Il santuario oracolare della Fortuna Primigenia costituisce una grandiosa realizzazione architettonica databile verso la fine del II secolo a.C., anche se l’origine del luogo di culto risale ad epoca più antica. Il tempio si articola in una serie di terrazze artificiali disposte sul pendio roccioso. Sulla “terrazza degli emicicli”, davanti all’esedra di destra, si conserva un pozzo che è stato identificato con quello in cui, secondo Cicerone, il nobile prenestino Numerio Sufficio avrebbe rinvenuto le sorti, ovvero delle tavolette di legno da cui si traevano auspici per il futuro. Presumibilmente gli oracoli venivano redatti all’interno dello stesso pozzo da una probabile figura femminile che si manteneva però nell’ombra. All’interno del pozzo si calava un fanciullo che, appena ricevuti i responsi, consegnava le tavolette a coloro che avevano posto le domande e che avevano fornito un degno contributo.

Museo nazionale archeologico prenestino

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Il Museo è ospitato dal 1956 all’interno del Palazzo Barberini, costruito sulla sommità del santuario della Fortuna Primigenia. Ospita numerosi reperti: cippi, busti, basi funerarie, statue e oggetti di uso quotidiano provenienti dalle necropoli della città.Di particolare rilevanza il grande Mosaico nilotico (circa 80 a.C., dimensioni: 5,80 x 4,30 m), proveniente da un’aula del Foro repubblicano della città e raffigurante il paesaggio esotico del Nilo, uno dei pochi esempi conservati di mosaico di epoca repubblicana. Il museo ospita inoltre il gruppo scultoreo della Triade capitolina, uno degli esemplari meglio conservati tra quelli che raffigurano insieme Giove, Giunone e Minerva, conservato nella quasi totale interezza.

 

 

Chiesa di Santa Rosalia

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La chiesa di Santa Rosalia è una chiesa di Palestrina, situata nei pressi del Museo nazionale archeologico prenestino.La chiesa venne fatta erigere da Maffeo Barberini tra il 1656 e il 1660, su disegno di Francesco Contini. Il ricco interno contiene quattro grandi monumenti funebri dei Barberini, tra i quali spiccano quello del cardinale Antonio Barberini e quello di Taddeo Barberini, prefetto di Roma morto nel 1704. Quet’ultimo è decorato da busti di Bernardino Cametti. Nella sagrestia della chiesa era custodito il gruppo scultoreo già attribuito a Michelangelo Buonarroti, conosciuto come “Pietà di Palestrina”. La Pietà è oggi custodita presso la Galleria dell’Accademia di Firenze.

 

Foro civile di Preneste

bb palestrina foro civile praenesteIl Foro civile di Preneste (oggi Palestrina, RM) era l’antico centro della città romana e comprendeva una serie di edifici di varie epoche più o meno situati attorno all’attuale piazza Regina Margherita e sotto la cattedrale di Sant’Agapito. Collegato al soprastante Santuario della Fortuna Primigenia, venne a lungo ritenuto una sorta di “santuario inferiore” e solo più tardi riconosciuto come foro. Un grande tempio etrusco-italico del IV secolo a.C., il cui basamento è in parte conservato sotto la basilica, faceva da sfondo al complesso. L’edificio più rilevante era la basilica con grande aula unica divisa in quattro navate, quasi certamente coperte. Su quella che era la parete di fondo resta la decorazione con semicolonne che inquadrano finte finestre. Il lato anteriore era preceduto da un portico a due livelli. Ai lati si disponevano due edifici simmetrici. Quello di sinistra è il cosiddetto “antro delle sorti”, una grotta naturale, posta a sinistra del complesso, organizzata a ninfeo e pavimentata da un bel mosaico con pesci. Quello di destra era una sala con abside, caratterizzata da un podio decorato da fregio dorico sormontato da semicolonne. Non è chiara la funzione di questo secondo ambioente, forse un ninfeo gemello o forse un edificio religioso legato al santuario. In ogni caso è qui che è stato ritrovato il famoso mosaico del Nilo, che raffigura una cartografia dell’Egitto, dalle sorgenti del fiume in Etiopia fino al delta. Nei pressi di questo ambiente sono stati ritrovati anche obelischi egiziani, per cui si è pensato che si trattasse di un iseo, cioè di un tempio di Iside. Il complesso civile era collegato al santuario soprastante tramite una serie di scalinate laterali, che portavano alle prime terrazze, dotate di vasche lustrali precedute da quattro colonne e alle quali si affiancavano ambienti di servizio. Per quanto riguarda la datazione di questi edifici, si tende oggi a considerarli contemporanei al santuario o leggermente posteriori. Per la basilica infatti viene proposta una datazione presillana (ultimi decenni del II secolo a.C.) e pre l’aula abisdata e l’antro delle sorti una datazione sillana.